9 marzo 2017

verdesca contro pescespada

Watermarked10(2017-03-09-2114)Uno scontro fra titani. Beh, insomma: almeno fra due degli animali più grandi del nostro mare. Da una parte, una verdesca di oltre due metri e mezzo. E dall’altra un pescespada. Per cosa abbiano litigato, chissà. Uno dei due, la verdesca, ci ha lasciato le …pinne. L’altro se non è morto certo ha molta fame, visto che 25 cm della sua spada – l’arma che usa per cacciare, sono rimasti conficcati nel muso della verdesca.

Non aveva colpito cervello o altri organi vitali” racconta Simona Clò di MedSharks, intervenuta stamane sulla spiaggia di Ostia non appena la Capitaneria di Porto  l’ha allertata del ritrovamento. “Ma nel muso c’è una concentrazione di organi sensoriali che sicuramente sono stati danneggiati dalla spada e che possono aver causato grossi problemi all’animale, filo a condurla alla morte sulla spiaggia.”

Il ritrovamento della spada è stata l’ultima delle sorprese di questa mattinata, iniziata con il rinvenimento della verdesca sulla battigia di Ostia da parte di Aldo Marinelli. Il video, subito postato su Facebook, mostra Marinelli tentare senza fortuna di sospingere l’animale, ancora vivo, in acqua. Così allerta la Guardia Costiera, e il CV Ratto Vaquer, tramite l’addetto della sala operativa capo Marrone, avvisa Simona, responsabile scientifico di MedSharks e contatto per il programma LEM, Large Elasmobranch Monitoring.

Ci siamo incontrati sulla spiaggia di Ostia, al lido Zenit” racconta Simona. “Grazie al personale della Delegazione di Spiaggia di Ostia –  sottocapo Gentili, sottocapo  Liccardo,  Comune 2^ cl. Pecoraro e del signor Luciano – ho avuto l’opportunità di sezionare l’animale e prelevare campioni per studi di genetica che MedSharks compie in collaborazione con Università italiane e straniere. Si trattava di una verdesca femmina, di lunghezza intorno ai 2.60 m, che non presentava nessun segno evidente di cattura da parte di attività di pesca.  Solitamente questo è il periodo in cui in Adriatico nascono i piccoli di verdesca così ho deciso di sezionarla. E infatti: la verdesca era una mamma e in grembo aveva 5 piccoli, purtroppo morti anch’essi. Questa specie, infatti, è vivipara placentata: la madre nutre i piccoli attraverso un cordone ombelicale e una sorta di placenta. Mancava probabilmente ancora qualche tempo alla nascita, perché i piccoli erano lunghi appena 15 cm.

Durante il recupero dell’animale per lo smaltimento, la sorpresa più grande. Nella testa dello squalo, sul lato fino ad allora appoggiato sulla sabbia, era evidente il foro d’entrata della lama del pesce spada: una lama di 25 cm di lunghezza che era ancora conficcata nella testa fra gli occhi e la punta del muso.

Scontri simili sono stati registrati dai ricercatori pochissime volte: la prima risale a molti anni fa e fu segnalata proprio a noi da due esperti subacquei Mario Romor ed Egidio Trainito in Sardegna: allora si trattò di una femmina di squalo volpe occhione, anch’essa gravida, trafitta nella lotta con un pescespada. Fu la prima segnalazione del nostro progetto di citizen science Osservatorio Mediterraneo, un progetto che si basa sui molti occhi di appassionati di mare che, con la loro curiosità e spirito di osservazione, possono contribuire informazioni importantissime per la conoscenza delle specie marine.

Si ringrazia per il supporto il Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera.

Foto Filippo Fratini

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5 marzo 2017

Clean Sea Life: tutti insieme per un mare pulito

Siamo all’EUDI, show, il salone della subacquea, come partner del progetto europeo Clean Sea LIFE per combattere il mare di plastica che avvelena i nostri squali, oltre che tutto il resto degli organismi marini …e noi.  Chiediamo a tutti un piccolo impegno: l’impegno a occuparsi del mare in modo costante e regolare.
Se siete qui, veniteci a trovare allo stand de il Subacqueo (a metà del corridoio D). Se non siete qui e volete dare una mano (singolarmente come amante del mare, come diving o circolo o associazione di ogni dispiciplina, come istruttore) prendetevi l’impegno di oganizzare qualcosa: anche solo raccogliere due bottigliette durante OGNI passeggiata in spiaggia, e firmate qui: www.cleansealife.it
Dai che se siamo tanti i risultati si ottengono!

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7 febbraio 2017

stagione 2017 squali elefante

Sono arrivatiiiii!!!! È cominciata la stagione degli squali elefante 🙂))) ecco il primo avvistamento dell’anno poco a sud di Bari.
Mi raccomando, occhi aperti e se vedete dei pinnoni in superficie niente paura: gli squali elefante mangiano solo plancton. E avvertiteci subito! Studiamo questi animali da più di dieci anni  : -)

Grazie alle vostre segnalazioni abbiamo identificato proprio la Puglia e la Sardegna come le due tappe regolari delle migrazioni di questo enorme, e misterioso, squalo di casa nostra. Il nostro lavoro continua, quindi occhi aperti e se vedete lo squalo, fotografategli la pinna dorsale e poi avvertiteci! Vediamo se il vostro squalo è già stato osservato prima
– grazie per la segnalazione sempre attento Sergio Fai dell’ AMP Porto Cesareo

http://www.norbaonline.it/d.asp?i=18946&%2FAvvistato-squalo-al-largo-di-Torre-a-Mare-%2F-VIDEO

6 febbraio 2017

squalo angelo pescato – e rilasciato!

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Ottima notizia: pescata E RILASCIATA viva una squatina da un pescatore professionista in Corsica.
La squatina è una specie di squalo a rischio critico di estinzione in Mediterraneo. Bravo pescatore! 🙂

La storia del declino di questo squalo in Adriatico ce l’hanno raccontata i ricercatori dell’OGS di Trieste: nell ‘800 e primi del ‘900 la specie era ben presente e veniva pescata e venduta al mercato. A partire dagli anni ’60 la specie collassa e diventa “economicamente estinta”, anche se qualche animale viene ancora segnalato sporadicamente.
Questo il lavoro: Fortibuoni, T., Borme, D., Franceschini, G. et al. Common, rare or extirpated? Shifting baselines for common angelshark, Squatina squatina (Elasmobranchii: Squatinidae), in the Northern Adriatic Sea (Mediterranean Sea) Hydrobiologia (2016) 772: 247. doi:10.1007/s10750-016-2671-4

24 gennaio 2017

la plastica uccide gli squali

10-1016j-marpolbul-2017-01-011-1.jpgSei verdesche col collare di plastica: le han pescate due ricercatori dell’Istituto Spagnolo di Oceanografia in Atlantico e Mediterraneo, tra gennaio e marzo dell’anno scorso.  Non sono casi isolati: sono almeno 16 le specie intrappolate in rifiuti marini,  dal grande squalo bianco allo spinarolo, dal tigre al leuca, dallo squalo elefante allo squalo grigio. Quasi tutte specie a rischio estinzione.

Guardate le ferite provocate dalla fascetta.  E’ (anche) per questo che dobbiamo evitare che qualsiasi rifiuto finisca in mare… e dobbiamo recuperare quel che troviamo in spiaggia o in acqua.

Colmenero, A.I., et al., Plastic debris straps on threatened blue shark Prionace glauca, Marine Pollution Bulletin (2017) http://dx.doi.org/10.1016/j.marpolbul.2017.01.011

22 gennaio 2017

update dal progetto Stellaris

nemmeno il Vesuvio imbiancato ci ferma! Un saluto a Ghiso5, di cui vi abbiamo ricostruito la storia perché che dubito lo vedremo ancora la prossima volta, e un benvenuto a Nina2. Grazie al Bikini diving e agli amici che hanno visto ben 3 gattopardi!!! E ora vediamo se li riconosco. PS come sempre… mandatemi foto/filmati dei gattopardi che avvistate, che proviamo a schedarli!16179755_1227950483938547_129901157056355464_o.jpg

28 ottobre 2016

squali di plastica

Almeno 15 specie di squali e razze, cioè un terzo delle specie mediterranee, ingerisce plastica: è il triste risultato che MedSharks, partner di Clean Sea Life, sta presentando al congresso annuale della European Elasmobranch Association in corso a Bristol, Inghilterra. La parola chiave è “almeno”: perché solo una ventina delle 45 specie di elasmobranchi (squali e razze) è stata analizzata, e la realtà probabilmente è assai peggiore.

Il lavoro (che potete scaricare qui) mostra come lo squalo elefante potrebbe ingerire insieme al plancton fino a 12000 particelle di microplastica in un giorno. Ma diversi ricercatori hanno trovato plastica e rifiuti anche nello stomaco di verdesche, spinaroli, aquile di mare e molte specie razze.

Un motivo in più per raccogliere i rifiuti marini, ed evitare di lasciarne in giro altri!

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23 ottobre 2016

European Elasmobranch Conference 2016

Si chiude il congresso EEA a Bristol e abbiamo almeno trenta idee nuove di lavori da fare…  🙂

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23 gennaio 2015

gli squali elefante sono arrivati in Puglia

occhi aperti e passate parola!

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13 gennaio 2015

un ovetto sulla spiaggia

IMG_4851Passeggiando su una spiaggia toscana abbiamo trovato questo ovetto minuscolo. E’ probabilmente l’uovo di un “boccanera” (Galeus melastomus), uno squaletto di profondità relativamente abbondante nei nostri mari (uno dei pochi!). Si chiama boccanera perché ha, veramente, l’interno della bocca completamente nera: è l’unico ed è quindi facile riconoscerlo. E’ un parente dei “nostri” gattucci, ma è piccolino – a 30cm le femmine sono già mature – e vive di solito fra i 200-500 metri, dove si ciba di crostacei e piccoli pesci. La carne non è particolarmente apprezzata quindi di solito viene rigettato in mare, anche se sempre con maggior frequenza lo si trova sui banchi del pesce (a compensare, probabilmente, le magre catture di altre specie).

Anni fa avevo avuto l’opportunità di seguire i biologi dell’Università di Roma in una battuta di pesca a strascico a Fiumicino,  dove erano stati pescati molti esemplari di boccanera. Come potete vedere dalle foto, questa femmina aveva molte uova a diversi stadi di maturazione e uno, protetto nel guscio scuro ma ancora trasparente, era pronto per la deposizione.

PS – perdonate la latitanza da questo blog, ma le news sono apparse negli altri nostri blog: l’Operazione Squalo Elefante e progetto Stellaris